ivan
Dentro Inverart – 2018 – Ivan Tresoldi – CARTA CANTA
ivan – genio e “regolatezza”
di Francesco Oppi (23 marzo 2018)
“Ci sono molte cose da dire e da fare, ma da dire solamente non ce n’è”
(motto del Guado – 1972)
Genio e sregolatezza…. Eh no; ivan è competenza e serietà, progetto e disciplina.
Una bellissima scoperta, un giovane uomo che parla i linguaggi della contemporaneità: un oggi che se è vero è già futuro, come sempre quando scaturisce da un artista. E ivan lo è. Affascinante, poliedrico, impegnato e disincantato.
Scrive, e provo ad entrare nel suo modo di farlo (d’altronde “il poeta sei tu che leggi”), in punta di piedi, facendo cenno a qualche riferimento che ho trovato e che lui potrà rileggere: Ungaretti e le sue foglie d’autunno, l’amore raccontato per, e dentro, Dante e la sua Comedia; tanta Milano e tanta canzone d’autore – ivan è anche musicista – Jannacci, Fo, Ivano Fossati, l’ottimo Caparezza…
Scrive, e scrive bene, gusta le parole, le pesa con precisione e le fa gustare. Dalla Sicilia a Milano ad unire, porta la sua poetica sferzante per il mondo.
Senza ruffianerie.
Inorgoglisce la difesa della lingua italiana nel racconto maieutico, sincero e vibrante, che fa agli studenti con cui s’incontra; ivan è un vero patriota (un concetto che lo può spiazzare, ma sono altri a doversi spiazzare), è così. Inorgoglisce la volontà di sostenere la nostra lingua ed i suoi lemmi, palese e vivissima nelle sue poesie che si impiantano su una creatività primigenia, rupestre, tipica dell’artista, e poi vengono cesellate per spigolare curve e arrotondare spigoli, come si deve fare, naturalmente stando attenti alle “scaglie”… e il risultato è poesia.
ivan frequenta il mondo da dentro, si definisce tra le arti: poesia, pittura, teatro e musica, con umiltà e passione. Soprattutto con amore, quell’“amor c’ha nullo amato amar perdona” di uno dei suoi canti preferiti.
Stamane eravamo insieme al Marcora di Inveruno (Istituto superiore, classi di moda e grafica) e l’ho visto con un centinaio di ragazzi, un’ora e mezza di intervento: se “chi getta semi al vento farà fiorire il cielo” , ho visto un artista gettare vento su quei semi in modo da fortificare le radici.
Con buona pace di chi pensa poco (e male) alle nuove generazioni.
Dunque quel motto del Guado è buona regola. Avanti!
Prendersi il tempo
di CAPAREZZA
La poetica di Ivan è incastonata nella geometria della città, quasi a donarle un’anima. Muri, muretti, pareti e saracinesche si trasformano in manifesti di poesia urbana, semplice, diretta e scritta a mano, come centinaia di anni fa, quando il futuro era “quello di una volta”, intesa come soffitto di una cappella. Consegnare volte anonime alla fantasia di artisti pazienti era la norma, perché il tempo era talmente generoso che potevi prenderti tutto il tempo. Adesso no.
Dal lento rito della penna intinta nella china e pazientemente trascinata sulla cartapecora siamo passati al frenetico ticchettio dei tasti di un PC portatile. Dalle ore dedicate alla contemplazione di un affresco siamo passati a circa 3 secondi di fruizione dal finestrino di un auto in corsa.
Il poeta contemporaneo lo sa e si ingegna per cibarci d’arte, come uno chef nel fast food. E’ qui che si colloca Ivan, con poesie spesso racchiuse in una frase, per illuminare la metropoli d’immenso.
Ivan non è fuori luogo perché è ‘nel luogo’.
Ivan non ha i suoi tempi, ha ‘il suo tempo’.
Adesso che la geometria della città ha una base poetica ed un artista all’altezza, il futuro è quello di una svolta.
© i testi e le opere sono di proprietà dei rispettivi Autori.
Catalogo a cura delle Officine Creative del Guado
per Assessorato alla Cultura del Comune di Inveruno
Raccolto Edizioni – ISBN 9788887724943
marzo 2018
Testo di ivan per la personale:
Tanto da dire. Poesia che si da sentire
di tutti i discorsi che vorrei fare
come quando hai tanto da dire e non ti vengon le parole
la poesia ne vuol star pochi qui a sentire
che non mi fa mai pentire di saper che dietro le porte che vogliamo bussare
ma sia chiaro comunque aprire
occorre vi sian tanti a capire
a stare a sentire ora che ci rifacciamo sentire noi
ora che ci scriviamo nuovamente tra di noi
senza dover esser bravi con le parole o bravi il bivio Don Abbondio eroi
meglio con le capriole del mondo sottosopra casomai
che c’hanno insegnato tanto
dal muro per la radio divampo
al colore che s’è gettato millanni ancora le strade
l’ancora delle dita gelate e quella notte da conservare
dagli inganni della memoria tradita
da quella mistura di privilegio e conservazione della tradizione
che ha paura del pensiero straniero
quella malagente figlia della meglio nazione
che vede grigio il colore
e te come un delinquente
a spasso invece che andate a lavorare
al paragone
che spasso invece colorare
a scasso gl’orli d’una stazione
col cuore che trema dalla corsa e uno scarabocchio cucito il cuore come l’amore
se credi alle favole non ne scriverai mai la storia
impara a memoria la memoria
studia e fai d’una barricata la tua sbornia
e non scordar quant’è splendida la rivolta
che svolta
chiedersi se saremo all’altezza del nostro tempo
della nostra cultura e della nostra testa dura
mi chiedo chi combatterà l’inverno e chi sarà fiore primavera
sguardo alto la radura
poesia perché la poesia sta negli spazi che ti prendi e non che ti son dati
sta nei quartieri dove siamo nati
ritratto per il peccatore e per i condannati
per la signora egiziana del primo piano di Giambellino
per quella siciliana a Catania quartiere Librino
per Inveruno e per me Oppi bambino
per chi s’è dipinto un cortile in un mattino
per chi in città ci vuole andar a fare solo casino
per chi vuol farci un lavoro
per chi è ancora clandestino
per chi tiene duro
per chi lo conosce la gente e per chi resta nessuno
poesia a chi gli capita
a chi s’incazza o si commuove
a chi scalpita ma non si muove
a Wiola che diventa grande giorno per giorno
a quella sera che abbiamo alzato la voce senza più far ritorno
a chi dipinse i treni cent’anni fa per la rivoluzione d’ottobre
per le poesie sui muri delle parigine di ritorno dalla rivoluzione
per il futurismo libertario che faceva dei muri libri vivi
per i graffiti delle grotte rupestri
per i graffiti di oggi che poi son sempre questi
per i dispersi e per chi s’è ritrovato
per chi ci crede e sembra rinato
per chi s’è sbagliato
per chi di noi s’è tagliato ma ce la mette fino le ossa
per ogni sconfitta e per ogni piccola riscossa
per chi in onda questa mattina contro la repressione
per la condivisone
perché neanche noi abbiam sempre ragione
perché c’è tanto da discutere sulla questione
per il muralismo e la poesia di strada
per la libertà e poter sproloquiare della ragione
ritratto la legge e chi la protegge
poesia per le schegge e’l diritto che manderemo in frantumi
perché c’è qua uno che ama le curve tonde
un altro che salta i burroni senza le funi
uno che mangia frastuoni a colazione
una ragazzina che ha la pelle di colore viola
come a dare la parola
le macchie i pantaloni e le buone azioni
di brave persone dalle pessime intenzioni
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