POIEO – Opere e documenti dallo scrigno del Guado
V Canto dell’Inferno nella versione di Antonio Porta con Gianfranco Baruchello.
Opere dal PAG Inverart di Emanuela Marrella

Apertura negli orari della Biblioteca e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00

Libertà, democrazia, Pace. Gli artisti stanno tra queste parole, lavorano per questi concetti.
POIEO significa FARE (costruire, delineare, formare, portare a compimento; e anche stimare, giudicare considerare al meglio…)
POIEO è anche la radice della parola POESIA. Antonio Porta, Gianfranco Baruchello e il V Canto dell’Inferno dantesco vi aspettano con Emanuela Marrella alla decima, POETICA, edizione di Dentro Inverart.
Una mostra da vedere e da leggere. Una serie di opere e documenti preziosissimi, amorevolmente conservati nello scrigno del GUADO.

Una iniziativa del Comune di Inveruno
Opere e documenti originali:
Opere e documenti originali:
Cascina del Guado
Gianfranco Baruchello
Antonio Porta
Stefano Pizzi
Emanuela Marrella
Intervengono:
Intervengono:
Sara Bettinelli
Rosemary Liedl
Nicoletta Saveri
Michele Longoni
Marcello Mazzoleni
Francesco Oppi
Filippo Senatore
In collaborazione con:
In collaborazione con:
Città metropolitana di Milano
Fondazione Per Leggere
Società Umanitaria
Biblioteca Comunale di Inveruno
Rockantina’s Friends Inveruno
Antica Fiera di San Martino – Inveruno
Tra i documenti e le edizioni:
Tra i documenti e le edizioni:
Max Capa
Valentina Bottinelli
Gianfranco Draghi
Daniele e Francesco Oppi
Giorgio Seveso
Marco Viggi
Franco Floreanini
Gianni Bombaci
Massimo Silvano Galli
Paolo Baratella
Pino Deodato

e molti degli artisti del Raccolto… e del Guado

Scarica il catalogo in PDF
La versione cartacea da collezione in 350 copie è disponibile in mostra
(stampa su carta edizioni gialla e bianca, formato giornale)

Come arrivare:

 

La mostra per il decennale di Dentro Inverart per il Comune di Inveruno (MI)
1-14 aprile 2024
Sala Francesco Virga della Biblioteca comunale INVERUNO (MI)
Catalogo e poster in mostra

Inaugurazione 1 aprile ore 11.00
seguirà aperitivo

La Cooperativa Raccolto Gli artisti al Guado nel periodo 1991-2019
Nel 1991 al Guado nasce la Società Cooperativa Raccolto a.r.l. che incrementa ulteriormente il patrimonio del centro culturale in riva al Naviglio Grande. Tra i fondatori: Daniele Oppi, Emilio Tadini, Giorgio Seveso, Mario Spinella, Rino Crivelli, Marco Viggi, Franca Stangherlin… I soci arrivano a essere più di 200. Si intraprendono programmi di eventi e grandi eventi concentrati in collaborazione con diversi Enti Locali e Istituzioni o Fondazioni private. Lo Statuto della Cooperativa prevede anche attività editoriali (RaccoltoEdizioni). Nascono progetti mirati sia in senso tematico che in direzione multidisciplinare, di cui sono stati effettuati ed attuati alcuni prototipi sul territorio (Firenze, Spello, Milano, Sedriano, Robecchetto, Canegrate, Mannheim, Pessano con Bornago, Bovisio Masciago, Vittuone, Rho, Gallarate, Modena, Moncalvo, Cairo Montenotte SV, ecc.). Il fulcro del progetto è il FALDONE (presente in questa mostra), uno strumento base per l’approccio delle comunità al lavoro degli artisti. Nel 1995, al Guado, rinasce “il Foglio dell’Umanitaria” bollettino dello storico Ente fondato da P. Moisè Loria nel 1893 che ha come motto “aiutare i diseredati a risollevarsi da sé medesimi”. Daniele e Francesco Oppi, con gli artisti del Raccolto, saranno animatori di numerose iniziative culturali nei chiostri dell’Umanitaria fin dal 1994. Al Guado nasce poi l’“Università del Raccolto”, un programma/prototipo di corsi di formazione sull’ampio e dibattuto tema del rapporto tra la comunicazione e l’arte, impieghi e ruoli, sistemi di intervento e metodi di lavoro. Questo progetto aveva preso le mosse dalla metodologia didattica usata in proposito durante gli stages tenuti a Perugia dal Raccolto destinati a laureandi e neo laureati di quella Università sotto l’egida della Regione Umbria, stages successivamente reiterati a tempo pieno con una trasferta di 18 studenti dell’Università di Perugia presso la Cascina del Guado. Altri interventi diretti didattici presso Scuole, Accademie, Fondazioni e Università proseguono poi negli anni. La progettualità degli artisti ha riguardato anche gli studi per privati come Cariplo, Gruppo IntesaBci, Hewlett-Packard e per l’immagine della Fondazione di Partecipazione Scuole Civiche di Milano. Nel 2004 la nascita di INVERART, il Padiglione d’Arte Giovane di Inveruno, caratterizza questa fase tuttora in evoluzione. Si segnala anche un’attenzione verso l’Europa con “Raccolto Area Progetti Europa” che vede la realizzazione di una giornata-seminario nazionale alle Stelline di Milano. Su impulso di Francesco Oppi, nel periodo 2001-2004, si potenziano le attività editoriali (Raccolto Edizioni) con il volume “Il Modello Umanitaria” (110° anniversario della Società umanitaria) e “La città ideale” (125° anniversario della SEAO) e moltre altre pubblicazioni storico documentarie. Nel 2002 era nato il piano “Dante cento per cento”, cento artisti per cento Canti della Divina Commedia, in collaborazione con la Libreria Bocca su un’idea di D. Oppi e Giacomo Lodetti. Daniele Oppi da vita a “Il Paese di Vattelapesca” e diventa “Mario Pescatore” in un piano accolto dalla Provincia di Milano (approccio delle scuole dell’obbligo con il mondo dei pesci d’acqua dolce – Idroscalo di Milano). Con Andrea Mascaretti si realizza “Martin Pescatore” per la Provincia di Pavia e il piano di animazione socio-culturale verso i giovani con il lavoro “Passaporta”, originale invenzione di promozione del territorio. Gli anni 2002-2004 vedono lo sviluppo della cooperativa con Francesco Oppi che amplia le finalità del sodalizio dirigendo i rapporti con importanti Enti, con l’area editoriale, cui lo stesso conferisce lo stile e l’indirizzo. I giovani cominciano a ritornare protagonisti (come negli anni ‘70) alla Cascina del Guado. Intanto, nel 2002, il Comune di Milano conferisce la Medaglia d’Oro di benemerenza, Ambrogino d’oro, a Daniele Oppi.

Il 2006 è segnato dalla scomparsa di Daniele Oppi. L’eredità di intenti e di impegni portati a buon fine è enorme. La Cooperativa Raccolto elegge Francesco Oppi alla presidenza. Lo stesso Oppi cura per il padre Daniele, con Rossana Bossaglia, una mostra in Spagna al Museo de Premià de Dalt (Barcelona). Si rafforzano i settori editoriale e di promozione dell’Arte come strumento di crescita socio-culturale e degli interventi territoriali. Va a buon fine il progetto per la Mappa Artistica delle Valli Bormida unite tra Liguria e Piemonte. Nel 2007, dopo lunghi anni di lavoro e speranze frustrate, l’ambizioso progetto Dante 100 per 100 – Cento Artisti per Cento Canti della Divina Commedia prende il via grazie alla determinazione del Raccolto e all’indispensabile aiuto degli Enti, delle associazioni e delle aziende private coinvolte (in particolar modo del Comune di Inveruno e della Società Umanitaria). Nel 2007 si rileva anche l’incarico a Oppi da parte di Milano Accademia di Formazione per la creazione dell’immagine coordinata e del sito internet istituzionale. Con Franco Manzoni, si conduce nei chiostri dell’Umanitaria, un ciclo di incontri dedicato alla poesia “Poesia Duemila” che vede coinvolti tra gli altri, oltre allo stesso Manzoni: Pietro Spataro, Piero Fabbri, Piero Ranaudo, Maurizio Cucchi, Vincenzo Consolo, Sebastiano Grasso e Gio Ferri. Nell’ottobre Oppi è invitato al Parlamento Europeo a presentare, con Monica Frassoni e Daniel Cohn-Bendit, il volume di Gianfranco Draghi “L’Orso Europeo”. Nel 2009 esce per il Comune di Milano il volume “Riconoscere Milano”, importante ricerca storico/architettonica su alcune strutture verticali del capoluogo. Nel 2006/2008 vede la luce una trilogia editoriale (a cura di Giancarlo Restelli) di originali ricerche storiche che fanno luce su alcuni aspetti della II Guerra mondiale. Dal 2007 al 2013 hanno luogo in varie sedi le mostre itineranti di “Dante 100×100”, “Maccheariachefa”, “Sunlight of Love” (con l’Associazione Nazionale di Artisti cinesi e il Museo di Canton – RPC e il consolato di Panama), “Alla Garibaldina”, “Pionieri di arditezze sociali”… Nel 2014, al Guado, nasce l’Artoteca CSBNO-Raccolto (440 opere in prestito gratuito nelle biblioteche del Consorzio Bibliotecario Nord Ovest Milano). Nel 2018, dal 16 giugno al 7 luglio nei chiostri dell’Umanitaria, per il XV anniversario di Inverart, Oppi cura in condivisione con Philippe Daverio la mostra “Alle fonti dell’Arte”. Cominciano a sentirsi le energie per progettare e far vivere una Biennale d’Arte Giovane. Alla Cascina Guado, che dal 2011 per le meritorie attività culturali è stata inserita da Regione Lombardia nei Centri e luoghi dell’Arte Contemporanea in Lombardia, prendono vita, nel 2019 e nel 2020 “Guado Officine creative dal 1969” e “La Corrente del Guado”: imprese e laboratori che vogliono operare per intervenire a livello sociale e culturale sui territori attraverso la forza dell’arte contemporanea e l’energia creativa degli artisti. Si chiude così un ideale cerchio con la Comune del Guado e si aprono nuovi orizzonti di intervento in stretta relazione con Enti pubblici ed energie private volte al miglioramento delle condizioni culturali.

L’impresa inaudita: ragioni della traduzione dantesca di Porta*
di Michele Longoni
Un’opera edita dal Raccolto nel 1991. Una tiratura limitatissima. la versione del poeta Antonio Porta (Leo Paolazzi) accompagnata dall’opera grafica di Gianfranco Baruchello (si è conclusa il 24 febbraio 2024 una sua personale alla galleria Massimo De Carlo, Casa Corbellini-Wassermann a Milano). Fu Daniele Oppi a dare linfa a questo progetto sperimentale nel 1991 e oggi il frutto è in mostra a Inveruno. È il giugno 1984 quando Antonio Porta, in occasione di un seminario al Poetry international Festival di Rotterdam, partecipa a una pubblica discussione sulla necessità e la possibilità di tradurre Dante in lingua moderna. Forse spinto da un’effettiva esigenza rilevata in quell’occasione anche da Franco Fortini, a Milano Porta si mette subito al lavoro traducendo il canto V dell’Inferno. Se questa è stata l’occasione, ben più complesse sono le ragioni che hanno portato uno scrittore come Antonio Porta a compiere un’operazione da lui stesso definita «popolare» quale è la traduzione in lingua corrente del forse più famoso canto infernale. È bene anzitutto tenere in considerazione un certo fermento culturale che, proprio negli anni della stesura, portò a una pubblica discussione sulle pagine del Corriere della Sera. Il tutto scaturì da una riedizione del noto commento di Natalino Sapegno alle tre cantiche: un poderoso apparato di note che cercava di offrire una conoscenza globale sia delle principali interpretazioni che dei numerosi elementi culturali sottesi al poema dantesco. La questione, tuttavia, si pose solo quando in un’intervista successiva Sapegno constatò che Dante non solo fosse tuttora leggibile, anche per il distratto lettore contemporaneo, ma che addirittura fosse effettivamente letto. Non erano dello stesso avviso Guido Almansi e Beniamino Placido che, dal canto loro, ritenevano ormai la Commedia ai margini della cultura: ridotta a una manciata di passi che, per quanto celebri, erano ormai appiattiti da una degradante superficialità. Si poneva, agli occhi di Porta, l’esigenza di trovare un nuovo strumento che andasse oltre il pedissequo commento e restituisse la possibilità di leggere davvero Dante. Questa quindi l’impresa della traduzione: non una mera modernizzazione linguistica, ma il tentativo di includere la ricchezza della ricerca dantesca in un linguaggio adatto anche al lettore odierno. Così concludeva Antonio Porta nel chiedersi Perché “tradurre” Dante: le difficoltà non sono tanto di ordine lessicale […] ma molto più profonde e intricate perché investono direttamente il pensiero di Dante nel momento in cui scriveva la Commedia […]. Profonde, infatti, sono le radici di ogni vocabolo che Dante sceglie e usa nella Commedia […]. Ecco, mettere in luce queste radici trapiantandole dalle note al testo è il primo compito che deve affrontare chi si decida all’impresa inaudita di tradurlo in versi attuali. E’ grazie al Raccolto del Guado che nel 1992 la confezionò in un libro d’arte, che oggi questa preziosa parte di “impresa inaudita” è visibile in una nobile edizione a tiratura limitata.

* Le principali fonti di questo breve scritto, da cui sono tratte le citazioni di Porta e a cui si rimanda per i dovuti approfondimenti, sono: – A. Moro, Antonio Porta e il progetto di riscrittura del canto V dell’“inferno” dantesco, «Rivista di letteratura italiana», XL/3, 2022, pp. 99-111. – C. Portesine, Porta: Dante = Baruchello: Doré. La riscrittura ‘galeotta’ del V canto, in G. Lalomia e G. Rizzarelli (a cura di) “Noi leggiavamo…”. Fortuna iconografica e rimediazioni visuali dell’episodio di Paolo e Francesca fra XIX e XXI secolo, «Arabeschi», 17, 2021. – A. Terreni, Tra visione e voce: Antonio Porta e il canto V dell’“Inferno”, in P. Bertini, N. Merola, C. Verbaro (a cura di), La funzione Dante e i paradigmi della modernità, Atti del XVI Convegno Internazionale della MOD Lumia (Roma, 10-13 giugno 2014), Pisa, ETS, 2015, pp. 549-556.

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