Sabato 13 aprile 2024 – ore 11.00
Biblioteca comunale di Inveruno – Largo Sandro Pertini 2 Inveruno (MI)
In occasione della mostra POIEO
ANTONIO PORTA - LA SPERIMENTAZIONE… ALL’INFERNO
Dopo i saluti istituzionali interverranno:
Rosemary Liedl P. – Archivi d’Arte e Poesia
Filippo Senatore – Corriere della Sera
Francesco Oppi – Guado
Un’opera edita dalla Cooperativa Raccolto nel 1991. Una tiratura limitatissima. la versione del poeta Antonio Porta (Leo Paolazzi) accompagnata dall’opera grafica di Gianfranco Baruchello (si è conclusa il 24 febbraio 2024 una sua personale alla galleria Massimo De Carlo, Casa Corbellini-Wassermann a Milano).
Fu Daniele Oppi a dare linfa a questo progetto sperimentale nel 1991 e oggi il frutto è in mostra nella Biblioteca comunale di Inveruno (MI)
È il giugno 1984 quando Antonio Porta, in occasione di un seminario al Poetry international Festival di Rotterdam, partecipa a una pubblica discussione sulla necessità e la possibilità di tradurre Dante in lingua moderna. Forse spinto da un’effettiva esigenza rilevata in quell’occasione anche da Franco Fortini, a Milano Porta si mette subito al lavoro traducendo il canto V dell’Inferno.
Se questa è stata l’occasione, ben più complesse sono le ragioni che hanno portato uno scrittore come Antonio Porta a compiere un’operazione da lui stesso definita «popolare» quale è la traduzione in lingua corrente del forse più famoso canto infernale…
Si poneva, agli occhi di Porta, l’esigenza di trovare un nuovo strumento che andasse oltre il pedissequo commento e restituisse la possibilità di leggere davvero Dante. Questa quindi l’impresa della traduzione: non una mera modernizzazione linguistica, ma il tentativo di includere la ricchezza della ricerca dantesca in un linguaggio adatto anche al lettore odierno. Così concludeva Antonio Porta nel chiedersi Perché “tradurre” Dante:
le difficoltà non sono tanto di ordine lessicale […] ma molto più profonde e intricate perché investono direttamente il pensiero di Dante nel momento in cui scriveva la Commedia […]. Profonde, infatti, sono le radici di ogni vocabolo che Dante sceglie e usa nella Commedia […]. Ecco, mettere in luce queste radici trapiantandole dalle note al testo è il primo compito che deve affrontare chi si decida all’impresa inaudita di tradurlo in versi attuali.
E’ grazie al Raccolto del Guado che nel 1992 la confezionò in un libro d’arte, che oggi questa preziosa parte di “impresa inaudita” è visibile in una nobile edizione a tiratura limitata.
Una iniziativa del Comune di Inveruno a cura di Guado Officine Creative dal 1969
I relatori:
Filippo Senatore è ato a Cosenza, residente a Milano, è giudice onorario e pubblicista. Bibliotecario al Corriere della Sera (dove scrive) da due decenni, ha lavorato all’ufficio legale delle case editrici Fabbri, Bompiani, Sonzogno. Ha collaborato con vari giornali e riviste esordendo al Ponte, bimestrale fiorentino fondato da Piero Calamandrei. Ha pubblicato le raccolte di poesia Noi e i ragazzi del Portnoy (2008) e Pandosia (2009). Il suo esordio con la prosa con Cantiere Expo (2015). Si occupa di storia della Resistenza ed è componente dell’ANPPIA, fondata da Sandro Pertini e Umberto Terracini. E’ stato il Direttore del Cafè letterario Portnoy a Milano.
Rosemary Ann Liedl P. è una esperta di archivi di poesia e di documenti di artisti contemporanei. E’ la moglie di Antonio Porta.
Francesco Oppi è nato nel 1970. Grafico. Fomentatore e coordinatore di progetti culturali applicati al tessuto sociale, si è formato alla Comune del Guado e, dopo studi classici a Milano, nella Cooperativa Raccolto, di cui è stato presidente dal 2006 al 2018. Ha curato l’edizione di oltre 100 libri dal 1999, ha curato e realizzato mostre d’arte e storiche per Enti storici, Enti pubblici e fondazioni. Fondatore e direttore del Padiglione d’Arte Giovane – Inverart di Inveruno (MI), scrive poesia, compone musica e ha una produzione d’arte visiva che è il frutto di una ricerca culturale incessante e libera.
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