L’incontro al Guado Officine Creative del 10 giugno 2023. (nell’ambito del ciclo “L’Arte è il nostro spettacolo”
Vorrei ringraziare Francesco Oppi per avere ricordato gli anni della rivista Alfabeta, del festival Milano Poesia e del Portnoy cafè letterario. Siamo alla fine degli anni 80 e ai primi del ‘90. Tre iniziative di una Milano dell’ alto profilo volute da intellettuali del calibro di Maria Corti, Mario Spinella, Francesco Leonetti, Umberto Eco e Nanni Balestrini. L’idea del Portnoy, nato da una rivendita di abiti usati, venne a Sergio Israel e ad Antonio Porta (al secolo Leo Paolazzi). Immagino l’entusiasmo di del tuo papà Daniele e di altri amici.
Furono anni irripetibili ma il loro patrimonio si esaurì non per colpa loro. Stava avanzando una nuova era del disimpegno e della perdita della crescita culturale del Paese ridotto al teatrino della mediocrità. La scommessa di oggi è rilanciare i saperi sopiti e divulgarli contro corrente. Non sarà facile cambiar mentalità ma niente è impossibile. Gli illuministi e gli innovatori sono sempre stati una minoranza non sempre capita dal popolo se non dopo la loro morte. Pensiamo a Mazzini, a Cattaneo, a Carlo Rosselli, a Riccardo Bauer.
Siamo tutti noi a vivere un contesto felice dove l’acqua dell’Alzaia incontra le parole e i versi di Gabriella Cinti che in una sua poesia della silloge Prima (Puntoacapo editrice) osserva esseri viventi di zone umide come la garzetta e li coccola nel volo. Il Guado ha una vocazione antica, druidica che si sovrappone ad ere di tutti i tempi…
Sono reduce da spettatore di una rappresentazione scaligera di Rusalka opera di Antonin Dvorak. La protagonista è un essere senza materia. L’acqua la modella. Il destino le fa vivere una metamorfosi umana ma infelice nonostante l’amore.
L’Autrice usa un procedimento analogo anche per resuscitare vite estinte di costellazioni e fossili. Gabriella Cinti è nata nel luogo magico dove lo stupore del mondo, Federico II, è venuto alla luce. La mamma del futuro imperatore, Costanza, lo ha mostrato al popolo di Jesi ottenendo speranze di un avvenire poetico. Quella felice città, con le antiche vestigia dei Templari, risuona ancora come nutrimento di Gabriella delle melodie avvolgenti di Giovanni Battista Pergolesi e Gaspare Spontini. Personaggi antichi non perduti perché il suono della memoria innalza gli orizzonti di Gabriella vivificando mondi perduti come l’amore venuto dal Mesozoico o dal Quaternario.
Sentimenti e pietà sono gli ingredienti per riscoprire l’oggi facendo argine all’incuria del passato. Si tratta di magia vera, di traiettorie parallele e incroci felici in questo lembo di terra con le pietra dell’antico mulino seicentesco del Guado che risuonano a festa.
Gabriella Cinti scava da archeologa esperta gli anfratti di un universo di particelle cosmiche sedimentate in milioni di anni. Con i suoi versi dipana una sequenza incredibile di spazio-tempo che si incarna in un attimo vivente ove si decide il da farsi o bruciarsi in un battito di ciglia. E tutto ciò evoca “amore venuto dal nulla”. Come se passassero messaggeri di luce provenienti da milioni di anni a cullare una speranza, a elevare la potenza dei sogni.
Nell’ultima metamorfosi bisogna capire i silenzi e gli abbracci alle ombre. Età letale, solitaria, disprezzata non per la carne ma per il pensiero ritenuto inutile. Eppure il desiderio è determinato e vorrebbe reclamare, declamare, intrecciare mani per una rinascita breve di sguardi commossi di occhi guizzanti, pronti a riaccendere la fiammella per illuminare un mondo senza speranza.
Anche nel Novecento c’era la famiglia Mann dove si incontrava letteratura e scienza. Del babbo Thomas sappiamo già tutto. Della figlia Elisabeth oceanologa e pioniera dello studio dei cambiamenti climatici un po’ meno. Le sue intuizioni diedero slancio alle idee del chimico scozzese Alexander King e del dirigente industriale Aurelio Peccei, il quale fondò con loro il Club di Roma un’associazione internazionale che commissionò nel 1970 ai giovani scienziati del Mit di Boston un rapporto sul sistema pianeta. Il rapporto del 1972 tradotto in una trentina di lingue studiò le interconnessioni tra crescita della popolazione, diminuzione delle risorse naturali, impatto dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo urbano. Erano le basi del dibattito sul futuro sostenibile…
La poesia di Gabriella Cinti ha una intesa con la scienza e la sua visione atemporale valorizza le creature elementari progenitrici degli scrutatori delle stelle. Riferimenti a 2001 Odissea nello Spazio di Kubrick? Ci sono molte analogie tra gli esserini umanoidi vissuti milioni di anni sugli alberi in posizione eretta e noi? Persino gli esseri viventi più elementari ormai estinti possiamo immaginarli come materia da cui scaturiscono emozioni e la poetessa li immagina come elemento comune di una sostanza che diventa sapiente.
Filippo Senatore
13 giugno 2023
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