2022: l’edizione della libertà. Libertà nello spazio, libertà nel tempo; di incontrarsi, di stare assieme per scambiare opinioni e progettualità, per guardarsi negli occhi. Dopo due infiniti anni di proibizioni, obblighi, divieti, coprifuoco, ecc, siamo finalmente tornati alla vita che si autodetermina, che si gode la propria libertà nel tempo e nello spazio. Una libertà che è il segno principale della civiltà basata sulla fiducia e sul rispetto, sulla consapevolezza dei propri limiti e di quelli dell’altro, sulla responsabilità: non sul controllo ossessivo, sulla paura, sulla discriminazione, sulla mediocrità.
L’edizione diciannovesima si svolge in una atmosfera di gioia e vita come è stata la 415° edizione della Antica Fiera di San Martino che ci precede, ogni anno, di una settimana; forse un ritorno alle origini? Speriamo! Un ritorno a valori più commisurati al reale, all’umano come umano? Sempre penso speriamo!
Non c’è civiltà senza equilibrio sociale. Non c’è equilibrio sociale senza solidità culturale. E l’Arte è l’ingrediente principale della cultura, lievito essenziale, amido coagulante tra geometria e gesto, tra passione e numeri, tra sapienza e azzardo. Una ricerca di equilibrio continua, incessante e magica che tende inesorabilmente alla bellezza.
Il PAG – Inverart è giunto alla XIX edizione nell’anno centenario di Giovanni Marcora, idealmente il padrino quest’anno è proprio lui, e la mostra in villa Verganti Veronesi del lavoro artistico eseguito da Remo Brindisi per il monumento del parco di villa Tanzi, ne delinea pienamente la figura.
Libertà dunque sia anche per Inverart, non abbiamo voluto stringere i cordoni: il limite d’età non è stato tenuto in stretta considerazione (ma resta una delle edizioni più “giovani” in assoluto), non abbiamo voluto escludere nessuno dei liceali, abbiamo preso tutti i loro elaborati (spesso acerbi) ma tutti ricchi di messaggi, di richiami, a volte di moniti. Sì perché i giovani a volte sanno essere molto saggi, infatti sono molto più vicini alla natura e alla verità di quanto non lo siano a volte i “grandi”.
Ottimi alcuni lavori di ragazzi appena più grandi, ve ne renderete conto passeggiando tra le opere, magari sorseggiando l’ottima birra del nostri Rockantina’s.
“Lavorare con i giovani e non per i giovani” (frase di Giovanni Marcora) è il nostro modo di operare dal 1969; alle nuove generazioni va dato spazio e tempo di libertà, quindi di scelta e anche di errore: solo così formeremo, insieme, nuove leve di adulti consapevoli, maturi, efficaci per la propria vita e per quella della comunità di riferimento.
Ringrazio davvero l’Amministrazione di Inveruno (e gli inverunesi tutti) per aver “tenuto duro” in questi anni e per questa passione seria nel condividere la costruzione e pianificazione degli interventi socio-culturali, ringrazio la Società Umanitaria per affiancarci sempre nei nostri impegni, anche quelli più sperimentali; ringrazio le scuole, e in particolare l’Accademia di Belle Arti di Brera, per il continuo e fitto dialaogo costruttivo a tutti i livelli.
Francesco Oppi
(testo in catalogo)
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