Il 30 maggio 2023 alle ore 18.30 in sala Facchinetti, uno degli spazi più prestigiosi della Società Umanitaria (a Milano alle spalle del Palazzo di Giustizia), sarà poesia con “Doppio tempo” la raccolta della giovane poetessa Valentina Bottinelli.

Qui un riassunto video della serata del 30 maggio:

 

L’Umanitaria è una delle più longeve e attive istituzioni storiche italiane, nata nel 1893 dalla volontà e dall’idea di Prospero Moisè Loria, di “aiutare i diseredati a rilevarsi da sé medesimi, procurando loro assistenza, lavoro ed istruzione e più in generale di operare per il migliore sviluppo educativo e socio-culturale in ogni settore della vita individuale e collettiva“. L’Ente storico ha saputo attraversare tutto “il secolo corto” (con le sue impervie prove) mantenendo un ruolo sempre centrale nella proposta socio-culturale e formativa; e oggi, che festeggia i 130 anni di vita, è ancora un polo formativo d’eccellenza e un luogo d’arte e cultura significativo a livello nazionale.

In sala Facchinetti sarà presente Alberto Jannuzzelli, XXV Presidente della Società Umanitaria, e dopo il suo saluto interverranno, con l’Autrice: Rosemary Liedl Porta, curatrice di archivi di poesia; Omar Mossali, artista e Francesco Oppi del Guado.
L’incontro (che prende il titolo dal volume edito dal Guado nel 2022 con prefazione di Renato Pennisi) si svolge all’interno delle celebrazioni per il Ventennale del Padiglione d’Arte Giovane – Inverart di cui l’Umanitaria, con l’Accademia di Belle Arti di Brera, è partner dal 2006, in coordinamento con il Comune di Inveruno e con il patrocinio dei comuni di Castano Primo e Robecchetto con Induno.

Qui una poesia letta da Irina Lorandi con accompagnamento alla chitarra di Andrés Oppi

 

Come spacchettati

Essere involucri di plastica asfittici e bianchi
conservati sottovuoto o in pellicole come coperte.
Essere avvolti da notizie fredde e sporche
su banchine vuote di viaggi pendolari
o seduti accanto a chiese stanche.
Essere appesi manichini
dentro a scatole e scatoloni
su ruote o binari infiniti.
Otto tracciati sull’asfalto verde di un prato secco.
O…
O essere punti esclamativi.
Risvegli individuali che si accorgono del cielo.
Atlante pizzica la corda della marionetta
che alza orgogliosa la testa.
Scrocchiano tra loro gli intorpiditi anelli cervicali,
si sentono lamentarsi
per esser stati troppo tempo schiacciati.
Si guardano,
si accorgono, scorgono
la possibilità di legare senza stringere troppo.
Sentono formicolare il tiepido risveglio.

Come corsetti bianchi

Stretti stretti
braccia conserte
fagioli borlotti
sottocoperte.
Veloci sui flutti
zeppi di sangue
tra i lutti di gomma
d’ingordi scafisti.
Trattengono il fiato
bustini di anime
disidratate
e morte affamate.
Gli abbracci, tra loro,
d’affetto costretto
ricordano stringhe
di vecchi corsetti.
E scorre la schiuma
sott’occhi di sogni
in sputi di vita
bianca di sale.

Io quasi quasi… urlo!

Io quasi quasi urlo
urlo un urlo che voglio che sia sentito
ma non risposto.
È fatto apposta per Compassione
porta il suo nome.
Muove le viscere che s’aprono al suo passaggio.
Cerca un coraggio fermentato nel vino
aspro e vecchio.
Urlano le pareti del mio corpo,
tremano le liane arteriose,
quelle venose.
S’aggrappa cerca conforto
tra le falesie delle mie ossa.
Mi strozza.
È un urlo spezzato, sporco e solo.
Un urlo che urlato mi consola,
ma interrotto mi divora.
Strette le mani al collo
cappio di intestino
tenue e tenue si fa il dolore
che si scioglie in un sangue
ancora tiepido di speranza.

(Valentina Bottinelli. Da “Doppio Tempo”, © Guado Ed. 2022)

 

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