Ritroviamo e, volentieri, proponiamo sul web questo intervento dell’artista Daniele Nicolosi (Bros) pubblicato sul catalogo della mostra Natura critica del 2019 – Kia Ruffato e Andrea Fortini (Raccolto Ed. 2019).
Intanto segnaliamo a proposito delle personali dal Padiglione d’Arte Giovane che abbiamo aggiornato tutte le pagine delle edizioni dal 2014. Le trovate a questo LINK

Una piccola storia legata ad Inverart
di Bros

Da quando conosco Inverart il mio apprezzamento verso questa manifestazione artistica è cresciuto nel tempo. Le mie “comparsate” a questo appuntamento annuale che rispecchia la giovane arte del territorio, sono molteplici e di diversa natura.
Visitai per la prima volta Inverart nel 2008, per andare a vedere le opere degli amici Cristian Sonda, Miss Eu e Rouge. Mi persi con la macchina venendo da Milano (ancora non avevo uno smart-phone che potesse indicarmi la strada); e quando, dopo aver chiesto aiuto ai pochi pedoni notturni delle strade statali della provincia, finalmente arrivai sul posto, mi apparve un parcheggio pieno di macchine e un tendone bianco. Dentro la tensostruttura lo spazio era diviso in due, una parte destinata al ristoro e l’altra all’allestimento delle opere, divise in stand. Poi c’ era un piccolo palco di legno che accoglieva una live-band locale. Ricordo di aver avuto la sensazione di aver già vissuto una situazione simile: calda e familiare.
Andai subito a cercare i miei amici e le loro opere, ma fu difficile non rispettare il percorso espositivo, che era armonico e ben strutturato. Finito di guardare i quadri andammo a magiare un panino seduti sulle panche di legno. Da allora quando mi capita di leggere su qualche rivista patinata di nuove progettazioni culturali sostenibili, dove attività trasversali (bar, librerie, street-food) vengono proposte parallelamente al contenuto culturale, mi viene in mente che in quel padiglione bianco immerso in un prato in provincia di Milano già lo si faceva e senza darsi delle arie.
Poi conobbi personalmente il direttore della manifestazione Francesco Oppi, che mi propose di portare delle opere per esporle ad un’altra edizione di Inverart. Partecipai e fui trattato molto bene come uomo e come artista, cosa rara in questi ambienti. è da quasi due decadi che mi occupo di arte o qualcosa di simile, e nella maggioranza delle manifestazioni a cui ho aderito, ho avuto la sensazione che l’artista e il suo lavoro non siano al centro dell’interesse degli operatori che indicono la manifestazione.
Ad Inverart è l’opposto!
La terza, la quarta e la quinta volta che mi sono relazionato con gli organizzatori di Inverart, la cooperativa “Raccolto”, ho scoperto che con energia si muovono in modo dinamico per organizzare eventi anche nella città di Milano (da cui proviene la loro storia), collaborando con realtà importanti e con sedi molto prestigiose come l’Accademia di Brera e la Società Umanitaria. In questi frangenti mi accorsi che il loro lavoro era complesso e andava dal reclutamento degli artisti, all’edizione di cataloghi di rara qualità, passando dalla cura dell’allestimento fino alla comunicazione.
Una volta sono passato a trovare Francesco Oppi nella loro sede-casa: il Guado. Oltre a visitare un posto unico fatto di storia e immerso in un paesaggio da cartolina, sono venuto a conoscenza delle centinaia di attività svolte in decenni di lavoro dalla famiglia di Francesco. Iniziative dapprima portate avanti dal padre, Daniele, e dalla madre, Franca. Poi quando Daniele se n’è andato e Francesco era diventato un uomo, ha proseguito e sviluppato il lavoro del padre, sia con l’organizzazione che con l’importante relazione con gli artisti. La loro famiglia è, per scelta, lontana dai riflettori della grande città, capace sì di proporre sedicenti appuntamenti d’arte internazionale, ma a volte un pò stereotipata. Invece, in quella piccola realtà quasi segreta, le cose si fanno sul serio, con impegno e con dedizione, con una visione forse romantica del lavoro ma anche più profonda. Con il tempo ho imparato che questo loro modo di fare le cose, pacato e costante, è il metodo più giusto per restituire cultura ai territori.
Oggi, dopo che sono stato coinvolto da Francesco e Franca Oppi in decine di mostre ed eventi sul e per il territorio milanese, sono felice di essermi perso quella sera in auto per andare a trovare i miei amici, perché ho incontrato operatori colti e preparati.
La loro idea di promozione artistica non è mai scissa dagli aspetti sociali di divulgazione culturale ed è fatta di idee innovative a costi contenuti (e di questi tempi è “la salvezza” per chi ne fruisce).
Per tutto questo, e molte altre cose che non si possono raccontare in una sola pagina, sono felice per me, Kia Ruffato e Andrea Fortini, e per tutti gli artisti che lavorano con il “Raccolto”.
Una menzione speciale naturalmente la devo all’Amministrazione di Inveruno con il suo attivissimo Assessorato alla Cultura che, rarissima, investe nell’arte contemporanea dimostrando che si può credere nel futuro dei giovani in questo campo tanto trascurato da molti enti pubblici. Un grazie anche a tutti i giovani volontari di Rockantina’s friends per l’energia profusa sempre.

Il ritratto di Bros al Guado è una fotografia di Karin Vettorel.

© i testi e le opere sono di proprietà dei rispettivi Autori.
Catalogo a cura delle Officine Creative del Guado
per Assessorato alla Cultura del Comune di Inveruno
Raccolto Edizioni – ISBN 978832248012
aprile 2019

bros
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